3420 Boelter Hall: ecco la stanza in cui è avvenuta la nascita di internet
La storia di internet è iniziata in un seminterrato dell’Università della California a Los Angeles: la 3420 Boelter Hall.
Quanti anni pensi che abbia la rete internet?
Per la maggior parte di noi, la nostra esperienza con internet risale ai primi giorni del World Wide Web negli anni ’90.
Ma Internet in sé è molto più vecchia.
Internet è nata dalla fusione di diverse singole reti informatiche, e la più antica ed influente di queste era la rete ARPANET.
Dove è nata internet?
La 3420 Boelter Hall è una minuscola stanza in un seminterrato di un grande ed anonimo edificio sul vasto campus dell’UCLA, ed è il posto in cui è iniziata la storia di internet.
In questi luoghi è nata la ragione per cui sei in grado di leggere questa storia, ovunque tu voglia e ogni volta che scegli di farlo.
Anche se la rete stessa ha molti autori, questo posto è considerato il luogo di nascita di internet.
Questa stanza, con la sua vernice verde lime e i pavimenti in linoleum consumati, è il luogo dove è stato installato il primo nodo ARPANET, dove è stato stabilito il protocollo di comunicazione e da dove è stato inviato il primo messaggio attraverso la rete, verso un altro nodo residente presso la Stanford University.
Dice l’informatico Leonard Kleinrock:
Questa stanza è il luogo da cui l’internet ha pronunciato le sue prime parole.
Mentre studiava al MIT, Kleinrock aveva sviluppato la teoria matematica della commutazione dei pacchetti, in cui i dati sono suddivisi in “pacchetti” che possono essere scambiati utilizzando una rete, e consentendo l’accesso ai dati da più utenti su piattaforme diverse.
Questa è la tecnologia su cui si basa ancor oggi internet ed era qualcosa di grande interesse per il Dipartimento della Difesa, in particolare per la sua Agenzia di Ricerca Avanzata (ARPA – successivamente DARPA), che sapeva di poter usare la commutazione a pacchetto per diffondere al suo pubblico documenti, ricerche e software in modo più efficiente.
Per questo motivo ARPA inviò una RFP (Request For Proposal) alla ricerca di un team che fosse in grado di costruire, installare e gestire un programma pilota per questo nuovo tipo di rete.
La nascita di internet grazie al contributo dell’IMP
Il contratto fu assegnato a un team di ingegneri informatici presso la Bolt Beranek e Newman (BBN).
Essi costruirono un sistema chiamato IMP – Interface Message Processor (essenzialmente il primo router della storia).
La squadra era composta da:
- Team Leader: Frank Heart
- Software: Willy Crowther, Dave Walden, Bernie Cosell, Paul Wexelblat
- Hardware: Severo Ornstein, Ben Barker
- Progettazione generale del sistema: Robert Kahn
- Altro: Hawley Rising
In seguito si sono aggiunti al team IMP anche Marty Thrope (hardware), Jim Geisman, Truett Thach (installazioni), Bill Bertell (Honeywell).
Essi hanno collocato il primo nodo della rete presso l’UCLA, dove Kleinrock era entrato a far parte della facoltà, e la scuola è stata incaricata di testare il sistema ed eseguire gli esperimenti.
Il team ha quindi progettato una rete in grado di inviare messaggi utilizzando l’infrastruttura dati del sistema telefonico già esistente.
Il 29 ottobre 1969, il team riunito nella 3420 Boelter Hall tentò di inviare il primo messaggio allo Stanford Research Institute: “LOGIN”.
Riuscirono a digitare solo le prime due lettere prima che il sistema si arrestasse.
Quindi il primo messaggio inviato su ciò che negli anni a venire sarebbe diventato internet era semplicemente “LO”.
Dopo aver rimosso il bug, ci riprovarono un’ora dopo, e questa volta tutto funzionò alla perfezione.
Se ti stai chiedendo quando è nato internet, possiamo quindi ritenere che il 29 ottobre ’69 possa essere considerata la sua data di nascita.
Lo sviluppo della rete IMP
Nel dicembre del 1969, furono installati permanentemente quattro nodi presso:
- Università della California a Los Angeles
- Stanford Research Institute
- Università dello Utah
- Università della California a Santa Barbara
Nel 1975 c’erano 57 IMP, nel 1981 ne erano stati installati 213.
Il resto è storia.
Ma, da quando internet è diventato parte della nostra vita quotidiana, la rilevanza storica di queste macchine è stata quasi cancellata.
La fedele ricostruzione della 3420 Boelter Hall
Al giorno d’oggi sono stati salvati solo due IMP.
L’IMP della UCLA fu sostituito da una nuova tecnologia nel 1982 e trasferito in una sala riunioni della facoltà, finché non è stata salvato da Kleinrock.
Egli riuscì anche a salvare un computer SDS Sigma 7, la macchina delle dimensioni di un frigorifero utilizzata per inviare quel primo messaggio.
Nel 2011, il centro ha aperto la 3420 Boelter Hall, che in passato era molto più grande, osserva Bradley Fidler.
Bradley Fidler è il direttore del centro e bisogna ringraziarlo per la meticolosa attenzione ai dettagli che fanno rendere alla perfezione come era l’ambiente originale.
Reclamare la location originale è stata la sua più grande sfida: la stanza era diventata un laboratorio informatico per gli studenti ed era necessario convincere la scuola a suddividerla, ricavando uno spazio tra le preziose proprietà della classe.
Quasi tutti gli arredi sono dell’epoca, o recuperati dai magazzini UCLA o trovati altrove, e anche le luci sono originali perché non sono mai state cambiate.
L’ombra verde del muro è stata ricreata dalle fotografie e dai vivaci ricordi del team dell’epoca.
L’unico vero anacronismo, se così si può chiamare, è mascherato da altoparlante in legno montato a muro: il router wireless.
Per molto tempo, anche coloro che hanno lavorato al progetto non hanno compreso il significato storico di ciò che hanno fatto.
Kleinrock afferma:
Non sapevamo l’importanza di ciò che stavamo facendo, non abbiamo fatto nemmeno una foto.
Anche la stampa non diede risalto all’avvenimento: ci fu solo un piccolo articolo sul giornale scolastico, ma la pietra miliare della nascita di internet passò praticamente inosservata.
Nel tempo la rete è cresciuta sempre di più, ma non ha avuto un notevole slancio fino all’invenzione della posta elettronica nel 1972.
A proposito della posta elettronica Kleinrock racconta:
Il nostro compito originale era far sì che i computer parlassero con i computer o i computer potessero comunicare con le persone. Ciò che non avevamo previsto è che le persone potessero usare questa tecnologia per parlare con altre persone.
Ma l’anno successivo, l’e-mail rappresentava già il 75% del traffico di ARPANET.
Questa era l’altra cosa bella della cultura iniziale di internet: anche se l’ARPA commissionò il progetto per quello che doveva essere uno strumento di difesa, l’organizzazione non era possessiva riguardo alla tecnologia.
Dice ancora Kleinrock:
Non c’erano barriere: se volevi usare una tecnologia, potevi farlo.
Ci fidavamo di tutti e conoscevamo tutti, almeno fino alla fine degli anni 80. Le comunità aperte e un ambiente condiviso sono ciò che ci ha permesso di costruire qualcosa di buono.
Fidler ha offerto anche una riflessione sul futuro della rete internet:
C’è una crescente tendenza a parlare di internet come “il cloud”, che è totalmente sbagliato, perché internet non è in alto nel cielo.
Internet cambia quando le persone prendono decisioni collettive per cambiarlo!
Secondo Fidler la stanza e la sua capsula temporale che ci riporta indietro di 40 anni possano aiutare a capire che internet è stato, ed è tuttora alimentato, dagli esseri umani:
Ci sono un sacco di persone in tutti i dibattiti sulla neutralità della rete che si sono rassegnati all’inevitabile, qualunque cosa sia, ma questo è l’approccio sbagliato per tutti. Essere in una stanza con il vecchio nodo ARPANET della UCLA ci ricorda che sono state le persone a creare internet, e lo fanno ancora, e tutti possiamo prendere parte alle decisioni su come vogliamo che sia in futuro.